Avevo in mente di scrivere questo post già da un po' di tempo, poi un breve scambio di battute su Twitter mi ha convinto a decidermi di aprire una pagina bianca e di riempirlo di parole. L'amicizia. Sembra facile.
E invece è la cosa più complicata che possa esistere.
"Legame sentimentale basato su affinità di idee e reciproca stima".
Non esiste niente di più labile, insomma. I parenti non te li scegli, ma sei legato a loro da un dovere ("bhè, sai, è la famiglia..."), bene o male almeno una volta all'anno te li ritrovi tra i piedi, costretto a convivere con loro.
Gli amici invece te li scegli, e -una volta scelti- te li devi anche mantenere.
E questo è il dramma. Perchè poi, in fondo, le vostre idee non possono essere tutte poi così affini e la stima nel tempo può anche andarsi a far benedire.
Crescendo ho imparato che mantenere (ma anche far nascere, a volte) un'amicizia è un'operazione politica: all'inizio devi essere simpatico, positivo, gentile e poi devi farti sentire, chiamare, scrivere. Perchè in fondo un'amicizia è come una pianta: per farla crescere e mantenerla viva devi curarla.
Io fin da piccola ho sempre desiderato un'amica del cuore. Una di quelle amiche con cui condividere tutto, a cui fare confidenze, da chiamare quando sei disperata. Un'amica che ti consoli e da consolare a tua volta. Una persona di cui senti il bisogno e che senta bisogno di te. Un rapporto sincero, una sorta di "altra te" di cui ti puoi fidare al 100%. Con cui fare tutto.
"Mannaggia, prova in un'altra vita, iaia".
Sarà il mio carattere (non proprio perfetto, eh! anzi..), sarà che non sono molto diplomatica e in più mettiamoci che sono anche parecchio ingenua su certe cose, sarà a causa di tutte queste cose, ma devo confessarvi che ho sempre ricevuto delle gran stangate nella mia vita.
La più grossa di tutte è durata tre anni, con una ragazza conosciuta qualche mese prima della maturità. All'inizio sembrava scoppiato l'amore. Ho sempre invidiato quelle ragazze che, appena conosciute, trovano subito quella particolare confidenza che permette loro di diventare amiche e anche in maniera profonda. Ho pensato: "Questa è la volta buona!"
In seguito ci sono stati tre anni di continua "convivenza" più o meno forzata che all'inizio mi rendeva felice e mi entusiasmava mentre poi, con il passare del tempo, è diventata un filino stretta e invasiva. Io tendo ad essere un po' "selvatica" (vedi pessimo carattere di cui sopra), ho bisogno dei miei spazi e dei miei tempi, amo passare i miei momenti da sola, anzi, ne ho proprio bisogno: troppa compagnia tende a soffocarmi, devo fermarmi un attimo e ragionare per conto mio in mezzo ai miei pensieri.
Probabilmente alla base c'era una mancanza di rispetto; più si andava avanti, più capivo che il rapporto che c'era era esclusivamente univoco e questo mi infastidiva non poco. Io ero pronta a lanciarmi in mezzo al fuoco e in cambio venivo utilizzata modello zerbino.
Lei sì, io "scusami ma mi stanno chiamando!" oppure"uh guarda, non me lo dire, a me è sucesso di peggio, tipo che blablablablabla". Mi sono fatta coraggio e le ho parlato, ma no, ero io che mi sbagliavo e fraintendevo, comunque " se ti da così fastidio cambio".
Ecco grazie, mi faresti un favore.
Seh, come no. Uguale a prima. E allora ciao, e stavolta senza discorsetti. Trancio netto come solo io riesco a fare, tanti saluti e per me sei morta.
Ovviamente la sto semplificando molto, ce ne sarebbero di cose da scrivere e da raccontare da per amore di tutti evito.
Col senno di poi ho comunque capito che avevo a che fare con una persona vuota come un cocco e che forse quei tre anni mi sono serviti per il futuro ad andarci coi piedi di piombo . Cosa che sto facendo, forse anche fin troppo.
Perchè è vero che io nell'amicizia dò tutta me stessa, però al piano dell'amicizia ci devo arrivare.
Dopo quello che mi è successo (quello che vi ho raccontato prima non è un caso isolato, ce ne sono molti altri, ma non ho voglia di scriverne) ho capito che i miei rapporti con le altre ragazze sono così:
1) Prima di tutto parto prevenuta e sulla difensiva: tutte le ragazze che mi circondano sono antipatiche e questo nasce da un confronto che faccio di me stessa con loro. Naturalmente hanno come minimo almeno un aspetto (fisico, caratteriale, ecc) migliore di me e per questo le odio. Loro sanno di essere migliori per cui mi disprezzano (questo è il film che mi faccio nella mia testa).
2) Poi le "annuso" un po', modello cane ai giardinetti, e scopro che poi alla fine non sono così male.
3) Anzi, sono proprio simpatiche. Non mi dispiacerebbe rivederle e fare quattro chiacchiere. Oh mioddio ma abbiamo gli stessi gusti! Io la amo! Deve diventare la mia BFF, saremo amiche per la vita, sforneremo pargoli a tempo i quali a loro volta diventeranno amici per la pelle e ci faremo compagnia a vita.
4) ....
E qui c'è il crollo. Come faccio a farmela diventare amica? Eh, già come si fa? Le scrivo? La chiamo? Parlando di web-amiche, le scrivo un commento? Una reply su Twitter?
A questo punto scatta un'insano meccanismo in cui il mio piccolo cervello mi suggerisce di andarci piano: "Non tartassarla che poi pensa che sei noiosa. Le hai già scritto due giorni fa, poi pensa che sei assillante. Sento telepaticamente che sta sbuffando, lasciala perdere per un po'". E io -polla- seguo i suoi consigli perchè poi chissà-cosa-pensa, si-annoierà, che-cavolo-vuole-quella-rompi-macarons-ancora.
E sbaglio tutto, perchè, a quanto vedo osservando gli altri, le amicizie nascono "parlando": io ti scrivo e tu mi rispondi. Poi ci sentiamo ancora e thò! guarda, un argomento in comune. Due argomenti in comune. Tre/quattro/cinque argomenti in comune. E poi scatta il "ho visto quella cosa e mi sei venuta in mente tu" e poco dopo il "oddio, oggi non ci siamo sentite, ci sarò qualcosa che non va?".
Così all'alba dei miei quasi 27 anni posso dire di aver capito qualche cosina, non posso dire di riuscire ancora a metterla in pratica ma per adesso ho trovato il mio equilibrio. Ho trovato un splendido legame con alcune ragazze senza sbilanciarmi troppo, però.
Mi è rimasto il vizio di -cercare- di studiare prima l'altro per vedere fino a che punto spingermi e la cosa drammatica è che se la prima mossa non la fa l'altro io rimango incastrata a vita.
Ma l'amicizia è una questione di affinità, no?
Ps. ok che il blog è mio e ci scrivo quello che voglio io, ma queste pagine da libro Cuore versione moderna bimbaminkia a voi interessano?
Perchè se no smetto all'istante! :P