martedì 18 giugno 2013

Ricette for dummies

Come mi dò io alla cucina ragazzi, neanche Carlo Cracco o qualche altro cuoco famoso che va di moda in questo ultimo periodo, tzè.

Quando a Marzo siamo andati a trovare i nostri veneti amici twitteri, Sua Santità l'Annina, pena la condanna a morte da parte della sottoscritta, ci ha portati -molto spontaneamente- a visitare la libreria dei miei sogni.
O credo dei sogni di tutte.
Non potendo tornare a casa a mani vuote, in un bellissimo sacchetto, confezionato con infinta cura, tornavo alla volta del capoluogo ligure (termine utilizzato dagli speaker di Isoradio per nominare Genova; dire il nome della città è così difficile e fuori moda) con un bellissimo libro dal nome altrettanto meraviglioso: The Tea Party book, una sorta di ricettario, misto a pagine di DIY con delle illustrazioni e delle foto che fanno venire l'inglesite acuta e la voglia di rinascere in una contemporanea Downton Abbey per sorseggiare tè tutto il giorno e raccogliere fiori da far seccare tra le pagine di un libro.
Vi invito a digitare su Google immagini il titolo del libro tanto per avere un'idea.

Nel mulino che vorrei la mia vita sarebbe, infatti, impegnata costantemente da brunch e inviti per il tè (ho elevati ideali, io; la mia idea sarebbe più o meno questa) per cui sento il sincero bisogno di avere tante ricette a disposizione tra cui scegliere.
E allora partiamo con la sperimentazione! la quale ovviamente parte da ricette a difficoltà massime, come il tè freddo al pompelmo.

Rivisitazione dell'originale tè fredo agli agrumi, il tè freddo al pompelmo è frutto di un complicatissimo mix tra tè fatto raffreddare e succo di pompelmo. Fine.

Ma visto che qui c'è un blog da mandare avanti, ho immortalato ogni sigolo passaggio e, con un sapiente utilizzo di Photoshop, ho reso queste immagini degno della migliore blog dal gusto francese.

Almeno io ammetto che fare questa cosa è un'autentica cavolata e non cerco di farlo passare come la scoperta del millennio.
Tipo che il trucco viola sta bene con gli occhi verdi (frase letta veramente su un blog e spacciata come notiziona dell'anno, confessata da non so quale make-up artist di un celebre marchio).

Enjoy!







venerdì 14 giugno 2013

Chiamatelo pure backpack ma sempre uno zaino rimane.

Non si fa in tempo a parlare degli anni '90 che già un altro terrore ci assale: il terrore dello zainetto.
Su, dai non scherzare.
Eh, no cara amica che ci chiami da casa, la realtà è proprio questa.

Domenica scorsa, leggendo il post di Ilaria, sul blog Non si dice piacere, un'immagine confusa si è fatta strada nella mia mente.
La zaino. 
Meglio, lo Zaino: Invicta.
Quello gigante, estensibile. Con le due cerniere per renderlo ancora più spazioso, per farci stare dentro ancora più libri. Per quei giorni in cui avevi musica e educazione tecnica (i libri più grandi e più inutili) ma anche ginnastica (leggi tuta e scarpe) e il tema di italiano (vocabolario e dizionario dei sinonimi e dei contrari).
Sono sicura che se andassi alla voce "Invicta" su Wikipedia tra i soci fondatori dell'azienda troverei risultare l'Ordine degli Ortopedici Italiani e l'Associazione "Te la curiamo noi la scoliosi".

Un ricordo coloratissimo e a tratti psichedelico appare nella mia mente. Come era successo già per le Superga, la scelta nell'acquisto dell'infernale acessorio non era stata guidata da una buona stella (piccola adolescente riccia priva di gusto).
Ok, che gli anni '90 non sono stati l'emblema del minimal, questo lo posso lasciar passare.
Il fluo lo si poteva limitare ad un colore, magari accostato al nero.
Sia mai che la piccola Iaia undicenne indossasse il nero, idea demoniaca!
Meglio optare per un simpaticissimo, accattivante quanto sobrio fiorato.
Signore e signori, vi presento il mio Jolly Pulsar (foto gentilmente offerta dal web):

 

Che stampa essenziale! Che linea invidiabile! Che colori austeri!
Non sembra appena uscito da COS? Ho appena letto che Isabel Marant ne farà uscire uno ispirato a questo nella sua prossima collezione AI 2013/14. 

Così potrò ritirare fuori dalla cantina questo obrobrio e sfoggiarlo fiera in tutti gli eventi della prossima Fashion week ai quali sarò ovviamente invitata.

Voi di quali peccati vi macchiate? Che zaino sfoggiavate durante la stagione 1995/96?

mercoledì 12 giugno 2013

Ricette "in a mug"

Qualche mese fa nella home di Facebook mi si è parato davanti un link di cucina assai accattivante: si trattava di una pagina web nella quale erano descritte 18 ricette di muffin, torte ma anche quiches o french toast monoporzione. Le due cose interessanti che mi hanno colpito di più sono state che:
- si possono (anzi, si devono) preparare in una tazza (mug)
- si cuociono al microonde, per un ciwociwale di... 1,5 minuti persi per la cottura!
Ovviamente avevo i cuori negli occhi e il pensiero "Devo farli subito, devo farli subito" che mi martellava nella testa.
Ovviamente (2) non ho mai azzardato a provarle e le ricette in-a-mug sono finite nel dimenticatoio.

Evidentemente l'idea latente di questo esperimento culinario continuava, nonostante tutto, a ronzarmi nella mia vuota testolina.
Sabato, un gioiuoso e allegro pomeriggio di piovaschi intensi che caratterizza ormai la nostra amata penisola italica da tre mesi, non sapendo cosa inventare per la merenda insieme a Gabri, l'illuminata idea mi ritorna in mente.
Eureka!

Proviamo.
Pronta già a prendermi gli insulti del baldo giovane, cerco di tradurre in italiano le misteriose ricette, non solo nelle parole ma anche nelle unità di misura (cosa vuol dire cup?? io ho quaranta cup tutte di dimensioni diverse, quale devo prendere? Berlusconi ai tempi dell'euro ci regalò una calcolatrice; Obama tu regala ai tuoi americani una bilancia!).
Verso tutto nella mia tazza.
Mescolo.
Metto l'orrendo impasto nel microonte.
Mi appresto a prendere una barcata di insulti del tipo "Cos'è 'sta roba?'" e ad essere spernacchiata per tutto il resto della mia miserabile vita.

E invece.
E invece esperimento riuscito: tortina riuscita, fidanzato in preda ad orde entusiaste "Apriamo un locale dove fare solo dolcetti nella tazza!".
Lo correggo: "Apriamo un locale dove vendere That's mine! e fare dolcetti nella tazza".
Accordati.

L'esperimento è stato quindi positivo da tentare il giorno dopo all'ora di pranzo una quiches-in-a-mug (1000 punti anche per quella) e per la merenda di domenica (indovinate, pioveva!) un muffin alle fragole.
Vi scrivo indi di seguito le ricette in italiano con le modifiche che ho fatto. 
Fatemi sapere poi, se ne avete voglia, come sono andati i vostri risultati!

Torta al cioccolato in tazza
Il nome vero della ricetta originale (QUI) in verità sarebbe Nutella Mug Cake. non essendo provvista di Nutella a casa ho pensato bene di sostituirla con il cioccolato fondente, con ottimi risultati: il cioccolato si scioglie e resta intrappolato nella torta!
Se non aveste il cioccolato a casa potete anche evitarlo: avrete una torta semplice al cioccolato senza inserti "magmatici".
N.B. la ricetta americana prevede come unità di misura i tablespoon. Io ho seguito la traduzione letterale e ho usato un cucchiaio (da minestra per intenderci) ma non completamente pieno. Una volta cotta la tortina ha un po' strabordato dalla tazza (io ho usato questa), quindi regolatevi in funzione delle dimensioni delle vostre mug!

Ingredienti:
4 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di cacao in polvere
4 cucchiai di farina autolievitante
3 cucchiai di latte
3 cucchiai di olio di semi
nutella o cioccolato (io ho usato 3 quadrati di Novibloc fondente)
1 uovo

Mescolare bene con una forchetta.
Mettere nel microonde per 1 minuto e mezzo, massima potenza (per me, 800W)

Et voilà!
Astenersi dietologi!


Quiches in tazza
Non paga di cotante calorie e meravigliata della riuscita alla prima di una ricetta, il giorno seguente mi accingo a sperimentare una seconda ricetta, in questa occasione salata.
Stavolta brucerò tutto, me la sento.
I miei rotoli di ciccia sui fianchi stanno dicendo: "Magari!"
Questa volta le unità di misura "cucchiaio" vanno presi belli pieni.
La ricetta originale (QUI) prevede l'utilizzo di 1/4 di bagel. Non essendone provvista ho usato due fette di pane a cui ho tolto la crosta: ha funzionato lo stesso.

Ingredienti:
1 uovo
1 e 1/2 cucchiai di latte
Sale
Pepe
Due fette di pane senza crosta, tagliate a piccoli quadrotti
2 cucchiai di formaggio cremoso (io ho usato la ricotta)
Riempimento a piacere: prosciutto (mezza fetta o a dadini), verdure, formaggio a cubetti, quello che volete
Timo tritato, per insaporire.

Sbattere l'uovo e il latte insieme con una forchetta. Aggiustare di sale e pepe.
Aggiungere, mescolando, il pane a cubetti, poi il formaggio e infine il prosciutto (o altro).
Aggiungere il timo.
Mettere nel microonde per 2 minuti, massima potenza (per me, 800W).


Muffin alla fragola in tazza
Ancora ricette nelle tazze, ancoraaaa!
Apro il frigo, vedo delle fragole: è necessario provarea fare i muffin alla fragola!
Questa volta ho cercato la ricetta su Google e ho trovato questa (QUI).
NB. imburrare precedentemente la tazza e mescolare gli ingredienti in una ciotola.

Ingredienti:
1 cucchiaio di burro ammordidito o fuso
1 uovo
1/2 cucchiaino di vanillina (a me non piace, non l'ho messa)
2 cucchiai di zucchero
35 g di farina autolievitante
1/2 cucchiaino di cannella (a me non piace, non l'ho messa)
3 (o più) cucchiai di fragole a cubettini

Mescolare in una ciotola tutti gli ingredienti e infine aggiungere le fragole. Mescolare delicatamente e versare nella tazza precedentemente imburrata.
Mettere nel microonde per 2 minuti, massima potenza (per me, 800W).

https://mail-attachment.googleusercontent.com/attachment/u/0/?ui=2&ik=474e2facef&view=att&th=13f381265e4f8d82&attid=0&disp=inline&safe=1&zw&saduie=AG9B_P99wUrxJKdBAWVJdxApVjE_&sadet=1371035340591&sads=dYceKoIBn7Q0Wvt_AvlQjyVGwmc

lunedì 10 giugno 2013

Alla fine è successo.

E' accaduto il peggio.
Gli anni '90 sono tornati. Sono intorno a noi, presto ne saremo sopraffatti.
Ce ne eravamo già accorti a Gennaio e ora non possiamo farci più niente, siamo circondati.

Nelle scarpe. Soprattutto nei sandali con il tacco spesso e i listoni. Che sembrano quelli che fregavo da pischella a mia mamma, con 5 cm di tacco, con cui mi sentivo una stragnocca sui trampoli. (Ah, beata gioventù!).

Immagine 1 di SANDALO TACCO MEDIO di Zara

Zara, ma cos'è 'sta roba??? Ma vi siete fatti di acido?
Immagine 1 di SANDALO INCROCIATO APERTO SUL TALLONE di Zara


Oppure nella punta. Lunga tre chilometri tipo strega del peggiore dei libri di Piccoli Brividi.
Io spero che sia uno scherzo.

Immagine 1 di SCARPA CON TACCO PUNTA di Zara

Alla punta ho ceduto anche io, MA A QUELLA NORMALE, di dimensioni umane,

 Immagine 2 di DÉCOLLETÉ APERTA SUL TALLONE BORCHIE di Zara


non a estremità appunte degne di apparire in uno dei mie Tumbrl preferiti: Scarpe de merda.
E poi le Superga, con cui ho litigato da piccola. Carine, anche di pizzo, sì ma sui piedi degli altri.
E francamente non vorrei essere nella loro stessa stanza quando se le tolgono.
Mi bruciano già le estremità delle dita solo a sentirle nominare.

Nelle magliette. L'anno scorso mi spaventavano tantissimo quei maledetti crop top, perchè lo sapervo dove si andava a parare, cari miei. Si andava pericolosamente verso l'ombelico de fora. Io, moderna Cassandra, l'avevo predetto e voi non mi avete creduta, poveri illusi. E ora beccatevene le conseguenze.
L'ha detto Santa Maria Ferragna che indossare una maglietta con l'ombelico in vista l'ha trovato meraviglioso per cui ora mi aspetto di trovare panze di tutte le consistenze in bella vista.

:

Madre! Ora capisco perchè trovavi scandalosa nel 1999 la mia amata maglietta di Fiorucci!
E questa è la prova: sono vecchia. Ahimè.


Nelle gonne. Non fate finta di non averla vista, nel 2012. E' sbucata su qualche sito figo di streetwear e noi, no: abbiamo voltato la testa dall'altra parte.
Se non la vedo, se non la guardo non esiste.
La gonna longuette di jeans.
Longuette.
Di jeans.

http://www.collegefashion.net/wp-content/uploads/2012/07/denimskirt-500x278.jpg


Vi lascio con una ragionamento, care amiche.
Ma perchè vogliono per forza farci tornare alla mente i ricordi agli anni del liceo, perchè? Cosa abbiamo fatto di male per meritarci questo?

lunedì 3 giugno 2013

Total emerald

Il total black, si sa, è una malattia.
Indossare il nero tranquillizza, non attira l'attenzione e, quando al mattino proprio non sai cosa metterti, è una maniera veloce per non applicarsi troppo senza risultare sciatte.
Nessuno si meraviglia nel vedere qualcuno vestito interamente di nero, ovviamente, e sta diventando un'abitudine anche per una malata di blu come me.
Alcuni addirittura non riescono proprio più a staccarsi da una divisa come questa.

E fu sera e fu mattino. Secondo giorno.

Venne poi, qualche anno fa, l'epoca del "X is the new black", modo di dire trito e ritrito che non si può proprio più sentire -ora- ma che qualche anno fa sembrava avanguardia più pura.
Il primo colore destinato a scacciare il nero sembrò il marrone. 
Tutti a caccia di vestiti marroni, quindi.
Dato che del nero esisteva la versione integrale perchè non lanciarsi, dunque, nella sperimentazione del total brown?
Il rischio di sembrare un rifiuto umano era altissimo ma devo ammettere che, riuscendo a mischiare bene tonalità e tessuti, ho bene chiaro ancora oggi nella mente un cosa di una ragazza in total brown che stava anche bene.


E fu sera e fu mattino. Terzo giorno.

Il grido di "X is the new black", dopo il maròn trovo un folto seguito: tutti i colori dell'arcobaleno furono, uno per uno, celebrati come il nuovo erede (degno? Non si sa) del caro e vecchio nero.
Ne abbiamo visto di tutti i colori, è proprio il caso di dirlo.

Blu elettrico is the new black.
Grigio is the new black.
Bianco is the new black.

Quest'anno il colore ultimo grido è il verde.
E io sono anche contenta, perchè amo questo colore.
Nello specifico le altre sfere hanno deciso per il verde smeraldo.

Verde smeraldo is the new black.




Ennò, signora mia, verde smeraldo non è il niù blech.
Ennò, perché se no le squinzie senza un minimo di decenza si sento autorizzate ad uscire come neanche il Leprechaun durante la festa di San Patrizio a Dublino!

Mi sanguinano ancora gli occhi al pensiero della visione di una giovine donzella interamente vestita di verde, e con interamente intendo -rullo di taburi-
- Giubbotto
- Vestito
- Leggins (!)
- Stivali

Ecco, no.
Questo proprio non sono in grado di sopportarlo.