lunedì 31 maggio 2010

Istanbul: Part 2

Io continuo imperterrita a mostrarvi foto di Istanbul.... Resistete, mi raccomando!



















































giovedì 27 maggio 2010

Istanbul: Part 1

Prima di partire io non sapevo sinceramente cosa aspettarmi.
Da una parte mi immaginavo qualcosa in stile "Marocco"; dall'altra i racconti di mio padre su una città all'occidentale mi facevano pensare ad una metropoli europea. Durante il viaggio d'andata mentre leggevo su Vanity Fair di un tragico episodio avvenuto in Turchia (centrale), ossia di un padre che aveva seppellito viva la figlia perchè fidanzata, mi facevano pensare "Ma è la stessa nazione con quegli splendidi mall super luccicanti, quelle opere achitettoniche che mi hanno fatto vedere su Google Maps?".
Effettivamente Istanbul è la città dei contrasti, ed è proprio questo che la rende affascinante.
La strada che ci ha portato dall'aeroporto all'albergo era degna della Svizzera: perfettamente ordinata, pulita, organizzata. Aiuole perfette al millimetro, senza un filo d'erba fuori posto.
Poi se vai a visitare il centro storico ti sembra di essere catapultato in scenari di cent'anni fa: artigiani che fanno le pentole, cortili interni disordinati e sporchi, case decadenti . Ma poi alzi il naso e vedi che quell'edifico che sembra crollare ha dei cornicioni superbi, decorazioni articolati, motivi geometrici e non che ti riportano ad una città antica, ricca, un vero meltin' pot di storia, cultura e razze.
Prendi Santa Sofia: prima è stata una chiesa cristiana, poi una moschea e ora è un museo. Ha mosaici rapppresentanti Gesù e la Madonna dentro e quattro minareti fuori.
Come lei mille altri edifici hanno cambiato uso a seconda dell'epoca e di chi abitava la zona in quel momento.
Entri nel bazar delle spezie, a fianco vendono pulcini nelle gabbie e sanguisughe nei barili (bleah),ma per entrare ti controllano con il metal detector.
Vedi donne intabarrate, chiuse fino al naso da un velo nero e lì a fianco passa una giovane coppia in calzoncini corti, mano nella mano.
Passa il tram con i bambini appesi fuori per non pagare il biglietto e all'uscita della metropolitana puoi trovare il distributore di liquido igenizzante.
E' una città in Europa, ma anche in Asia.

Istanbul è piena di dettagli: il ponte di Galata gremito di pescatori, le fantastiche ville sul Bosforo, magari appena sotto il gigantesco ponte che collega le due parti, i dolcetti colorati nelle vetrine, la gentilezza degli abitanti e il loro sorriso che si allarga sulla faccia quando dici loro un maldestro teşekkür (grazie), il continuo suono del clacson per la strada, i venditori di pannocchie alla brace, gli splendidi decori delle moschee, le onnipresenti bandiere con la luna e la stella, la figura di Atatürk ovunque, l'elma chai (ossia il tè alla mela).

Potete vedere che ne sono tornata entusiasta, è una meta che consiglio a tutti. Io sinceramente non l'avrei mai considerata se non fosse stato per mio padre, che voleva tornarla a visitare dopo esserci stato trent'anni fa per lavoro... errore madornale! Non sapevo cosa mi stavo perdendo! :)





























mercoledì 19 maggio 2010

Crisi da Fototessera

Nella prima, sulla carta d'identità, sembravo un cespuglio di ananas.
Dopo quattro anni invece sembravo un bovino ruminante in preda ad una visione mistica.
Non parliamo poi di quella della patente (di cui mi vergogno talmente tanto da averla sempre nascosta a Gabri).
Complice il formato analogico, con quindi nessuna possibilità di ripeterle a meno di non avere le tasche piene di monetine, sui miei documenti ho sempre avuto delle foto a dir poco orribili, da vergognarsi.
Quando passavo il controllo all'aeroporto avevo sempre il terrore che mi bloccassero e dicessero "ma non è lei quella sul documento!"



Qualche giorno fa ho avuto la splendida notizia che per alcuni paesi europei (Svizzera, Turchia e Macedonia) il timbro del rinnovo sul documento d'identità non è considerato valido, ma è necessaria una carta nuova.
Giovedì pomeriggio partirò alla volta di Istambul per una simpaticissima vacanza familiare, per cui mi sono precipitata all'Anagrafe per il rinnovo, e dalle macchinette delle fototessere per immortalare tutta la mia graziosità su uno splendido sfondo bianco che sbatte non poco.
E per la prima volta la faccia che ne è uscita, moltiplicata per nove in tre splendidi diversi formati, è stata DECENTE. Gioa, gaudio, tripudio!
Finalmente. Non mi era mai capitato. Per la prima volta nella vita. E' stato emozionante.

domenica 9 maggio 2010

Innamoramienti

Scusate, ma questo bell'ometto??????
Chi è??



Breakfast is my favourite meal

La mia famiglia vive con me da 26 anni ma non l'ha ancora imparato: per me la colazione è un pasto sacro. Va bene il pranzo, va bene la cena, ma la colazione è il primo pasto in ordine di tempo e -per me- in ordine di importanza.
E' una cosa tra me e lei, per cui se volete sedervi con me al tavolo va bene, basta che non si parli.

Appena esco dalla mia stanza, infatti, la cucina è la prima stanza a cui faccio visita; si presuppone, perciò, che mentre mangio io stia ancora in parte dormendo. Solo dopo aver riempito il mio stomaco di carboidrati riuscirò a connettere e quindi a chiacchierare.

La colazione -dicevo- è speciale e quindi deve essere perfetta. Avete presente le pubblicità in tv? Il mio ideale è la tavola imbadita con tutto, proprio come nello spot (bambini che tintinnano sulla tazze esclusi). Da marmocchia alla domenica mattina mi alzavo presto, andavo in cucina e preparavo la tavola per quattro, biscotti, pane, burro, marmellata, scaldavo il latte e lo mettevo in una caraffa. Dato che i miei dormivano fino a tardi, il latte si raffreddava, così lo riscaldavo, si raffreddava, lo riscaldavo: vi lascio immaginare la bontà dopo l'infinito ciclo di scalda-raffredda... :S
E il culto della colazione mi rimasto: lo apprezzo ancora di più quei sabato mattina in cui a casa non c'è nessuno e , in particolare, quando c'è la marmellata di more della mia mamma :D

mercoledì 5 maggio 2010

Random vari

Come ho già scritto su FB, se il Tg2 quest'anno osa parlare di siccità vado in studio e stragolo tutti: dal direttore alla signora delle pulizie.
Neanche quando ha iniziato a diluviare dopo il giorno della mia laurea -due anni fa- ha fatto così freddo a Maggio.




Per fortuna i miei nel we sono andati in campagna dove, nonostante le condizioni meteo invernali, qualche fiore nasce lo stesso e ora si ritrova a rallegrare il salotto a casa.






Piccolo spazio pubblicità.
Come oramai voi tutte sapete, ha aperto Ladurée a Milano e tutti sembrano impazziti per i macarons (me per prima).
Pare che anche in Italia ci siano code chilometriche come a Parigi, ma io confido nel fatto che prima o poi, non essendo un luogo prettamente turistico e caratteristico -al contrario di quelli della capitale francese- prima o poi la quantità di gente fuori dal negozio diventi assai più limitata. Per cui potrò recarmi a Milano, finalmente non più per terribili riunioni lavorative ma per svago, e fare man bassa di dolcetti colorati.


http://beyondthepaleblog.files.wordpress.com/2009/09/ladur_ei.jpg


A Parigi l'anno scorso avevo provato ad avvicinarmi a Ladurée, ma 1) le famose code chilometriche e 2) il fatto che suddette code fossero costituite da persone tutte dotate di zaino-marsupio-bermuda-sandali col calzino-macchina fotografica al collo (ossia Turisti con la T maiuscola) mi ha fatto desistere e sviare verso una pasticceria tanto carina quanto anonima, dove ho comprato un macaron tarocco, gigante e buonissimo.
Ecco, ho fatto tutto questo preambolo per dire che, dopo Alice in Wonderland, ho cavalcato anche quest'onda modaiola e la mia fervida mente ha prodotto nuovo gioiellume thatsminesco che presto vedrete sui vostri teleschermi! ;)