mercoledì 23 settembre 2009

Melissa Shoes

Qualche pomeriggio fa in centro ho visto le nuove Melissa... pelose! Ossia, di finto vellutino, dentro  hanno la soletta imbottita per cui mi domando la gomma dove sia andata a finire...
Queste mi piacciono molto, e se non mi fossi pentita di aver buttato via 100€ per le Kartell il giugno scorso me le prenderei di corsa!

martedì 22 settembre 2009

Acquisti


Pacco sartoriale?
Camicia su misura?
No Alpitur? aiaiaiaiiiii!



Ma nooooo, è un kilt di Max&Co, con special packaging (facciamo gli italiani, va'! pacchetto speciale) perchè della collezione "Mum's closet": in pratica anzichè pigliare il kilt di mia mamma di quand'era giovane e riaddattarlo ho speso dei soldi per uno nuovo!!! Furba, no?



Vabbè, questo mi piaceva: è dall'inverno scorso che ne cerco uno e -ta-daaan!- eccolo qui. Naturalmente quest'anno i kilt saranno super inflazionati, lo sento...
Come sento che quest'anno indosserò tantissimo il grigio chiaro insieme al marrone bruciato, evviva l'allegria!
Datemi un setter, una tazza di thè e un po' di arsenico, e sembro uscita da un romanzo di Aghata Christie. Una bomba sexy, insomma...
Tanto per cercare di ri-guadagnare un po' di autostima (complimenti per la trasmissione e per la faccia!):

La maglietta "Wich one today?" (come del resto il libro) è stata una surprise da parte di Gabri. Pare che appena l'abbia vista abbia pensato "Questa è la sua maglietta". Ci vede lungo il ragazzo o sarò io che sono monotematica? Eh? Eeeeh?
Collana con chiave pseudo-Tiffany (si vede poco nella foto): regalo della prof. a cui ho dato, sto dando e darò una mano a vita con le lezioni. Un giorno si è presentata con questa al collo, un ciondolo gigantesco:

Tiffany gold key pendant
La mia faccia era tipo così *.* e da lì abbiamo blaterato, discusso, filosofeggiato tutto il pomeriggio su Tiffany, e ciao ciao, tanti saluti Le Corbusier.
Così dal suo viaggio a NY mi ha portato la versione "povera" ed estremamente rimpicciolita della sua. Avevo gli occhi pieni di lacrimucce :)
Alle mani, no, non ho i guanti da Lola Ponce (Silvia :P) ma bensì i guanti alla GRACE KELLY che guida una coupè in Costa Azzurra. Oh, ecco.
A propositi di questi guanti: li vado a cercare in negozio, li vedo in vetrina come li volevo io ma con le dita, poi dentro senza dita, li provo e li compro. Felicità è sentire, mentre esci dal negozio, una stangona super figheira dalle gambe chilometriche trillare alla commessa prendendo quelli in vetrina "Scuuuusi! questi guanti senza dita ci sooono?". Per tutto i resto c'è Mastercard.

venerdì 18 settembre 2009

Erase.

Prendete il vostro cellulare. Aprite la rubrica. Il primo numero no, perchè è sempre quello più importante. Partite dal secondo e poi proseguite tutto giù e chiedetevi: "Chi è costui/costei? Mi ricordo di chi sia? Per quale reale motivo ho il suo numero, solo per cortesia? Se lo conosco veramente, è più di un anno che non lo sento?".
Avrete tante sorprese: nomi che vi faranno pensare "ma io ho conosciuto nella mia vita una Veronica? e Simone chi è?", gente che è sparita da sempre dalla vostra vita. Magari anche brutti ricordi.
Se fate come me -cancellare, cancellare, cancellare- vi sentirete più leggere e in vostro cellulare, nonostante 8 Giga di memoria o quel che è, sicuramente "peserà" di meno.

Separati alla nascita



  

mercoledì 16 settembre 2009

Assegno

Riemergo dal mio limbo di scaramanzie e affanni vari. Oggi ho sostenuto il colloquio per l'assegno di ricerca, e diciamo che ero un filino ansiata. Poi quando ho scoperto che non era alle 10 bensì alle 3, potete immaginare il mio stato d'animo. In contemporanea avevo cinquecentomila cose da fare, perchè le sfighe quando ti arrivano fanno il completo, bingo!

Tra tutte queste cose ne è capitata una un po' diversa: stamattina in facoltà abbiamo trovato, tutto rannicchiato contro l'angolo di un aiuola un cucciolone nero, tremolante come una foglia. Come ci sia arrivato ancora non lo sappiamo, la facoltà chiude i cancelli alle 8 ma da quanto abbiamo capito è da ieri sera che è dentro il cagnolone, per cui si è preso tutto il diluvio universale che è venuto giù durante la notte. La Sherlock Holmes che è in me suppone che lo abbiano scaraventato giù dal muro di recinzione che divide la facoltà da una mini stradina imboscata e -chissà perchè- ricoperta a tappeto di siringhe. Non ha collare, non ha microchip nè tatuaggio, ma una cosa che ha sicuramente è il calduccio di questa notte in una casa dove nessuno oserà alzare un dito contro di lui, povera stella.
Dopo gli ultimi giorni in cui non facevo che parlare d'altro, io scherzando ho proposto di chiamarlo "Assegno". Pare che l'idea sia piaciuta. Spero che scherzino, ha già avuto tanta sfortuna, ci manca solo questo.
Naturalmente ce lo siamo portati in aula dottorandi, gli abbiamo fornito una coperta, dei croccantini e una ciotola d'acqua e gli abbiamo regalato un bel guinzaglio. Lui in cambio ci ha donato un ricordino liquido, uno solido, ma soprattutto tanti balzi, una scodinzolata e tanta riconoscenza e affetto da quegli occhioni primi pieni di paura.


giovedì 10 settembre 2009

Consumo, dunque sono

Mi sono fatta prestare da un amico questo

 

"Consumo, dunque sono": ho paura ad iniziarlo.
Giusto per stilare una wish list prima della rovina causata dalla lettura di suddetto libro: ho estremamente bisogno di un obiettivo 55-200, o come lo chiama mio papà (termine che a me pice ben di più) un teleobiettivo. C'è in programma un rtorno a Londra, dove mi hanno detto che in certi posti costano meno, mi farò dare tutte le coordinate :D

Infine mi serve una borsa nera. Con i manici e la tracolla. Capiente. No Furla e Carpisa. Doppio ingresso molto luminoso e posto auto. Termoautonomo libero subito. Avete consigli, oh voi fashion victim?

martedì 8 settembre 2009

Letture estive


E’ un classico: durante l’inverno si accumulano sul comodino pile di libri che vuoi la mancanza di tempo, vuoi la pigrizia rimangono lì, come dei comodissimi immobili raccogli-polvere. A cui si aggiungono titoli scritti su foglietti svolazzanti, appallottolati magari nel portafoglio accompagnati dal pensiero “Appena passo in libreria me lo compro”, ma di cui spesso se ne dimentica l’esistenza.
Come da copione, d’estate, titoli veri e virtuali vengono integrati da nuovi, consigliati all’ultimo da una amica o da riviste e velocemente smaltiti.
Il primo della serie quest’anno è nato da Vanity Fair, la mia droga estiva: Lo apro e leggo Gad Lerner che si scaglia contro l’editrice Adelphi, rea per aver riproposto un titolo leggero e ormai sorpassato (risale agli anni ’50), Zia Mame. Nell’articolo veniva velocemente – e in maniera un po’ sprezzante- raccontata la trama del libro, delineando la figura di questa eccentrica ricca zia Newyorkese, a cavallo tra gli anni ’20 e ’30, alla quale viene affidato il nipotino di dieci anni. E naturalmente mi sono immediatamente innamorata di questo libro, comprato e divorato in due giorni.

Tra i libri che latitavano sul comodino invece figurava Gioco infame, che racconta -n versione romanzo- dei fatti della Uno bianca. 530 pagine che mi hanno tenuta sveglia fino alle 4 di notte per cercare di finirle tutte in un giorno solo. Io mi ricordavo solamente le parole “Uno bianca” insieme, ma non sapevo affatto che cosa ci fosse dietro: se qualcuno di voi ama i gialli (ma anche chi non li ama), lo consiglio vivamente. Sapere poi che tutto ciò che è descritto è realmente accaduto lascia ancora di più sbalorditi e a bocca aperta.
Sull’onda di questo poliziesco-reale-italiano, mio papà mi ha consigliato L’infiltrato, storia di un agente segreto sotto copertura, delle sue operazioni e dei piccoliiissimi problemi causati da una Stato (il nostro) che a differenza di tutti gli altri, non protegge ma, anzi, sembra quasi mettere i classici “bastoni fra le ruote” alle persone che cercano di rendere più pulito il nostro mondo.

Un ritorno di fiamma, sono quei libri che ogni tanto vanno riletti. Poi, ormai, la mia mania la conoscete tutti. Ogni volta che lo apro trovo una sfaccettatura in più, una frase, un collegamento che mi fa rendere conto di quanto quell’uomo fosse straordinariamente pazzo.
E intanto aspetto con ansia quello che non può che essere un capolavoro, il film di Tim Burton (esce negli USA il 5 Marzo, come farò ad aspettare così tanto?!?!?!?)

Anche la Minni ama e adoooVa Alice!

giovedì 3 settembre 2009

Fishtail braid


E si ritorna al tran tran. Neanche troppo, per fortuna: all'università oggi niente di trascendentale, e probabilmente così sarà (tiè!) anche la prossima settimana. Ho giust'appunto prenotato -e pagato- oggi pomeriggio i biglietti del MACEF per lunedì, per cui tanti cari saluti e baci.
Come potete ben immaginare sto facendo indigestione di arretrati dei vari blog, siti ecc ecc, naturalmente facendo una confusione terribile: un po' di questo, un po' di quest'altro, anff, anff...
Fa parte di queste scorpacciate naturalmente anche Trend&The City, è inutile dire che lo adoVo, soprattutto quando Sonia tira fuori delle chicche come la Fishtail Plat (lascio il link al post QUI): povera me ignorante, all'inizio dal titolo avevo capito che si trattasse di una nuova borsa, E INVECE NO! E' un nuovo tipo di treccia, e lo sapete che io molto spesso la porto e la amo follemente... Nei commenti qualche ragazza lascia qualche spiegazione su come farla, qualche link che ti illustra il procedimento a prova di scemo. Ma voi lo sapete che io sono tanarda e naturalmente non ho capito un fico secco.
Ecco, ora immaginatevi me, davanti allo specchio in bagno, all'una meno un quarto di notte (!!!) armata di pettine, elastici e affini che lotta con le famigerate quattro ciocche, dita che si attorcigliano, nodi che si formano e conseguenti dolori lancinanti alla mia poooovera cute, così sensibbbile, poverina.
Dopo svariate decine di minuti di lotta, ecco che una sottospecie di treccia strana striminzita viene fuori: evvai ho capito il procedimento! All'una e mezza mi ritrovo perciò con due spaventose occhiaie, ma dotata come le superstar vipparole della mia bellissima Fishtail Plat :D

E questo è il risultato diurno odierno (dopo aver riso per le occhiaie, ammirate anche la treccia, eh!): 

mercoledì 2 settembre 2009

Summer memories


Essere senza connessione, in campagna, se da certi versi può essere una sorta di rehab e di disintossicazione dalla dipendenza dal computer e dal web, da un altro punto di vista mi fa sentire completamente isolata, come se si vivesse in un eremo solitario su un cucuzzolo di una montagna, senza aver la possibilità di comunicare.
Sono solita, quando ascolto o leggo qualcosa, ad andarne a cercare riscontro o informazioni in più sull’onnipotente Google o sull’amatissima Wikipedia: in stato di clausura forzata dal mondo web, le massime informazioni che potevo raccogliere provenivano da vecchi National Geographic (o meglio, com’era il titolo originale, The National Geographic Magazine) datati tra il 1948 e il 1958.

La vacanza all’Elba è volata come un lampo, qualche giorno prima deliravo per trovare un posto macchina sul traghetto più caro del mondo, pochi istanti dopo era già finita.
Come vi avevo già detto all’isola d’Elba non ero mai stata ed è stato come immaginavo una sorpresa piacevolissima. Alloggiavamo in uno stupendo casale ai bordi del Golf, in una posizione centralissima e comoda per raggiungere tutte le spiagge.
Capoliveri e Portoazzurro, Cavoli, la Biodola (con colombe annesse) e Fetovaia (piena come un uovo, ma d’altronde, la prima settimana di agosto cosa potevamo aspettarci?): ho patito un po’ le famiglie con bambini urlanti al seguito di cui a volte ci ritrovavamo circondati. Dopo vacanze trascorse a Mykonos, Formentera ecc ecc non ero più abituata ihihi

Vi lascio con le consuete foto scattate; mi è spiaciuto usare poco la Reflex, ma non mi fidavo decisamente a portarla in spiaggia :)