Tra tutte queste cose ne è capitata una un po' diversa: stamattina in facoltà abbiamo trovato, tutto rannicchiato contro l'angolo di un aiuola un cucciolone nero, tremolante come una foglia. Come ci sia arrivato ancora non lo sappiamo, la facoltà chiude i cancelli alle 8 ma da quanto abbiamo capito è da ieri sera che è dentro il cagnolone, per cui si è preso tutto il diluvio universale che è venuto giù durante la notte. La Sherlock Holmes che è in me suppone che lo abbiano scaraventato giù dal muro di recinzione che divide la facoltà da una mini stradina imboscata e -chissà perchè- ricoperta a tappeto di siringhe. Non ha collare, non ha microchip nè tatuaggio, ma una cosa che ha sicuramente è il calduccio di questa notte in una casa dove nessuno oserà alzare un dito contro di lui, povera stella.
Dopo gli ultimi giorni in cui non facevo che parlare d'altro, io scherzando ho proposto di chiamarlo "Assegno". Pare che l'idea sia piaciuta. Spero che scherzino, ha già avuto tanta sfortuna, ci manca solo questo.
Naturalmente ce lo siamo portati in aula dottorandi, gli abbiamo fornito una coperta, dei croccantini e una ciotola d'acqua e gli abbiamo regalato un bel guinzaglio. Lui in cambio ci ha donato un ricordino liquido, uno solido, ma soprattutto tanti balzi, una scodinzolata e tanta riconoscenza e affetto da quegli occhioni primi pieni di paura.
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